L’opera di Riccardo Zandonai debutta in un nuovo allestimento firmato da David Poutney e diretto da Fabio Luisi.
Dopo La cena delle beffe, allestita con successo la scorsa stagione, prosegue al Teatro alla Scala il percorso di recupero del grande repertorio italiano di inizio ‘900 con ”Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai.
L’opera composta su libretto di Gabriele D’annunzio, assente da quasi 60 anni debutta domenica 15 aprile per replicare sino a domenica 13 maggio.
Tra Dante e D’annunzio
La produzione rientra nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri che cadranno nel 2021 ma che hanno iniziato il loro percorso ad inizio 2018. La storia infatti narra dell’infelice amore di Paolo e Francesca, resa immortale dal quinto canto dell’Inferno della Divina Commedia. Questa nuova edizione, che segue quella storica del 1958/59 con Magda Olivero nel ruolo del titolo e Gianandrea Gavazzeni sul podio, vede protagonista Maria José Siri, già applaudita Madama Butterfly nella penultima inaugurazione scaligera, il tenore argentino Marcelo Puente nel ruolo di Paolo ed il baritono Gabriele Viviani in quello di Gianciotto.
Fabio Luisi dirige Coro ed Orchestra del Teatro alla Scala, mentre la parte visiva è affidata al regista David Poutney affiancato da Leslie Travers (scene) e Marie-Jeanne Lecca (costumi).
"Francesca Da Rimini"
Sensualità femminile e brutalità maschile
L’idea registica si basa sull’opposizione tra universo femminile sensuale, arrendevole e sognante e una realtà maschile sanguinaria e brutale, come immaginato da D’Annunzio e tradotto in sonorità lussureggianti da Zandonai. Poutney risolve questa antitesi avvalendosi di una scenografia in cui la stanza di Francesca è caratterizzata da una statua femminile alta sei metri, mentre all’esterno è presente una superficie metallica irta di postazioni militari che alludono anche alle imprese belliche del Vate.
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